pubblicato il 18.07.25
Torre Pacheco, come un canale Telegram razzista ha scatenato la “caccia all'immigrato” in Spagna ·
Le violenze di questi giorni sono state organizzate dalla versione locale di Deport them now, una rete internazionale legata al partito di estrema destra Vox
Torre Pacheco, una città di 40mila abitanti nella comunità autonoma di Murcia, in Spagna, è diventata l'epicentro di una serie di violenze contro gli immigrati da parte di gruppi di estrema destra. Gli attacchi xenofobi e razzisti – iniziati lo scorso fine settimana e descritti come i più gravi nel paese da decenni a questa parte – sono stati organizzati sui social network, dove decine di persone sono state invitate a partecipare a quella che il ministero degli Interni spagnolo ha definito una vera e propria "caccia all'immigrato".
A fornire il pretesto per l'ondata di violenza è stata un'aggressione a un uomo di 68 anni, compiuta da un gruppo di giovani il 9 luglio. Dopo l'attacco ha iniziato a circolare un file con ritratti e dati personali di cinque cittadini di origine marocchina, additati come i presunti responsabili del reato senza che alcuna prova, oltre a un video che non aveva niente a che vedere con il pestaggio. Lunedì, la polizia ha arrestato tre persone in relazione all'aggressione, nessuna delle quali era nel file diventato virale.
Ciononostante, i dati non verificati diffusi online sono stati sfruttati da varie organizzazioni di estrema destra per incitare l'odio contro la comunità marocchina. Come riportano i media locali, sui social network hanno cominciato a girare video e fotografie di altre aggressioni contro anziani, che però non sono avvenute a Murcia e non erano perpetrate da stranieri. Maltida, una testata giornalistica specializzata in fact-checking, ha monitorato in tempo reale la propagazione di contenuti fuorvianti relativi ai disordini.
In questo clima generale di disinformazione, diverse reti e account sui social network hanno incitato gli utenti a compiere atti di violenza contro gli immigrati presenti sul territorio spagnolo, e in alcuni casi addirittura a ucciderli. Un caso emblematico è quello rappresentato dal canale Telegram Deport them now di Murcia, che ha invitato i suoi membri a "dare la caccia" agli stranieri (prima di essere rimosso per aver violato le regole d'uso della piattaforma).
Che cos'è Deport them now?
Come ha spiegato su Bluesky Marcelino Madrigal, esperto di cybersicurezza e social network, Deport them now è un'organizzazione internazionale presente in diversi paesi europei. Il gruppo è emerso nel quadro del Remigration summit dello scorso maggio a Gallarate, a cui hanno partecipato gruppi di estrema destra provenienti da Italia, Austria, Portogallo, Paesi Bassi, Belgio, Francia e Germania. L'obiettivo dell'incontro era quello di coordinare le strategie per incoraggiare l'espulsione di massa dei migranti.
Madrigal ha individuato circa 7.000 canali collegati a Deport them now, di cui più di 500 in lingua spagnola. L'esperto sottolinea anche che l'organizzazione presenta diverse analogie con le reti di disinformazione associate alla Russia, caratterizzate dall'uso di strumenti di intelligenza artificiale per diffondere contenuti falsi e fomentare l'odio.
Torre Pacheco Murcia España
La polizia arresta alcune persone durante la terza notte di disordini a Torre Pacheco, il 13 luglio 2025 Olmo Blanco/Getty Images
Un articolo pubblicato da Pandemia digital, una piattaforma che combatte la disinformazione, sottolinea che i fatti di Torre Pacheco non rappresentano un caso isolato. Rientrano anzi in una strategia ormai consolidata, in cui gruppi organizzati distorcono un evento violento con una narrazione razzista e lo diffondono attraverso reti ben oliate con specifici interessi politici, allo scopo di generare paura, odio e violenza. Una tattica che ha già dimostrato di funzionare bene.
Nella sua versione spagnola, Deport them now gestisce almeno 17 chat focalizzate su regioni specifiche – come Madrid, Andalusia, Murcia, Catalogna e Paesi Baschi – e ha contatti stretti con il partito politico di estrema destra Vox. Secondo il quotidiano El País, il 22 marzo le due organizzazioni hanno partecipato a una manifestazione contro l'immigrazione e la cosiddetta "islamizzazione" a Barcellona. Sei giorni dopo, hanno organizzato una protesta per chiedere la chiusura del centro di accoglienza.
Il dibattito politico sulla migrazione
Gli esperti di estremismo politico sottolineano che questa relazione non è sorprendente, considerando il tentativo da parte di Vox di collegare l'insicurezza in diverse città spagnole alla crescente presenza di immigrati.
Dopo i fatti di Torre Pacheco, il leader del partito Santiago Abascal ha scritto sui social network che "la Spagna sta subendo una brutale invasione migratoria che ci ha rubato i confini, la pace e la prosperità". E anche prima dello scoppio delle violenze, la deputata di Vox Rocío de Meer aveva difeso l'idea di espellere “milioni di immigrati” che dal suo punto di vista non si "adattano" alla cultura spagnola, senza distinzione tra immigrati regolari o irregolari, di prima o seconda generazione, con o senza precedenti penali.
Al contrario, il governo centrale di Pedro Sánchez ha ribadito l'importanza della popolazione migrante per lo sviluppo economico del paese. Dei 40mila abitanti di Torre Pacheco, per esempio, un terzo sono immigrati e la maggior parte lavora nel settore agricolo, poco attraente per le persone di origine spagnola.
All'inizio di giugno, il governo ha stanziato mezzo milione di euro per lanciare una campagna di comunicazione volta a "combattere la disinformazione" sul fenomeno migratorio. Secondo i media locali, l'obiettivo è quello di "informare i cittadini sull'importanza strutturale dell'immigrazione per il futuro della Spagna; rafforzare i valori dell'uguaglianza, dell'inclusione, della cittadinanza e dell'interculturalità; combattere gli stereotipi e le false informazioni sugli immigrati; rendere visibili i benefici sociali ed economici di un'integrazione efficace e reciproca".
Le autorità locali sottolineano che l'invecchiamento della popolazione e il calo delle nascite rappresentano una sfida significativa per il mercato del lavoro. E avvertono che senza il contributo dell'immigrazione, la Spagna è destinata a perdere forza lavoro ogni anno.
Questo articolo è apparso originariamente su Wired en español.
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