pubblicato il 19.10.25
Welcome To Favelas - S'e' Destra 101 ·
“Mannamolo a Wercome to Favelas” o “Questo finisce su Welcome”. Voci fuori campo di questo tipo sono diventate familiari a milioni di utenti di Instagram che guardano i video pubblicati dalla pagina di manggiore successo del socialnetwork in questione in italiano.
Un successo basato sul fare da collettore di video e foto degli utenti, la cui notorietà è esplosa in un momento in cui sui social andava alla grande la narrazione del “degrado”. E Welcome To Favelas non si è mai tirato indietro di fronte a nulla, buttando in pasto agli utenti persone evidentemente fragili che abitano lo spazio pubblico: senza casa semi nudi che si lavano a una fontana, poveri che dormono in strada o che barcollano ubriachi, persone con problemi psichici che urlano o danno in escandescenze e così via. Video raccolti dal voyeurismo benpensante scandalizzato da quelle immagini, o da chi le ha raccolte e socializzate per catalizzare attorno ad esse sentimenti di scherno o peggio odio.
Altri grandi classici della pagina sono rifiuti ingombranti abbandonati e immondizia che straborda, gabbiani che mangiano topi e cinghiali che scorrazzano in città, insomma tutto il repertorio sul “degrado urbano”. L’altro filone è quello legato alla “mala movida”: turisti che si arrampicano sui monumenti, ragazzi che fanno casino in strada e residenti che li bombardano con vario genere di liquidi, risse etc. WTF è stata insomma una versione trash di Roma Fa Schifo, la versione trash del perbenismo borghese dei social network, nutrito più dal senso del LOL che da pulsioni law and order.
La grande capacità di mobilitare la propria community, che invia video e foto in diretta di eventi di cronaca grandi e piccoli, ha fatto la fortuna di Welcome To Favelas. Per tanti anni ho fatto il cronista in un giornale, e non era raro che le notizie venissero date per prime dalla pagina, o che il materiale multimediale a disposizione per un evento come un grande incendio o un incidente particolarmente d’impatto, provenisse proprio da WTF, portando i media tradizionali quanto quelli nativi digitali ad attingere da lì per proporre contenuti ai propri lettori, contribuendo così alla sua crescita e alla sua centralità nell’ecosistema dell’informazione.
Il 24 gennaio 2025 il colpo di scena: Welcome To Favelas, con un post in collaborazione con la pagina del suo fondatore Massimiliano Zossolo, annuncia di aver incontrato degli emissari di Elon Musk, per contribuire a creare una rete di media alternativi con l’obiettivo di esportare in Europa il verbo politico del fondatore del Ceo di Tesla. E in effetti come abbiamo visto nel caso del Regno Unito, è anche con il sostegno a personaggi di internet e influencer che Musk si muove per promuovere la sua agenda in Europa.
Nei dieci mesi passati dall’annuncio, Welcome To Favelas ha iniziato a convertirsi in un media d’informazione. Compaiono spesso post con caroselli di testo o caption che riportano in maniera piuttosto asettica notizie per lo più di cronaca nera. Tutti post in collaborazione con la pagina “Cronaca Italiana”, e con le edizioni locali di WTF per Roma, Napoli e Milano. Sono comparsi poi reporter/influencer che raccontano microfono in mano fatti legati ai territori e ai disagi dei cittadini. Nella capitale. si muove insieme all’influencer Marco Mastro e alla pagina “Dillo a noi Roma”. Ci sono poi i video di Giulia Renée (Giulia After Giulia) che commentano i fatti di giornata.
Per un periodo ospite di Welcome To Favelas è stato anche Ivan Grieco, che rappresentava la quota di “centrosinistra” della piattaforma, con i suoi video legati ai Radicali e girati con il segretario Matteo Hallissey, o al rispetto della legalità o polemici contro l’estrema sinistra filorussa. Quando è stato cacciato da una piazza per la Palestina alla Sapienza, proprio per i rapporti con Welcome To Favelas e poi con l’estrema destra, ha annunciato la fine della collaborazione con Zossolo. Nei giorni successivi è seguita una campagna di WTF contro le occupazioni, con contenuti condivisi direttamente con i giovani di Fratelli d’Italia con i triti e ritriti argomenti contro le occupazioni o le mobilitazioni tipiche di media tradizionali. E non è un caso che Zossolo è stato ospite di Fenix, la festa di Gioventù Nazionale in un panel intitolato “Sbarazziamoci della cultura maranza”, con niente meno che ministri, preti, sottosegretari etc. Non è stato il primo narratore del degrado a salire sul carro dell’estrema destra di governo: prima di lui c’è stato Simone Cicalone a correre ad Atreju dopo aver dato per mesi la caccia ai pickpocket sulle metropolitane.
Come abbiamo detto è lo stesso Zossolo in questo processo che prova a diventare a sua volta un influencer, dopo anni tutto sommato all’ombra della sua pagina, aprendo una newsletter su Substack in cui prova a fare delle inchieste (a dire il vero non con grandissimo successo), sul modello di quella di Selvaggia Lucarelli. E nel tentativo di diventare un influencer non può mancare il dissing. Così alla presentazione del libro di Serena Mazzini Il lato oscuro dei social network proprio assieme a Lucarelli, di cui è una collaboratrice, Zossolo dal pubblico fa una domanda sulla caso della ristoratrice Giovanna Pedretti e cerca lo scontro, trovando qualche minuto di celebrità.
Sulla sua newsletter, che allude nel titolo a un suo ruolo eroico nella libertà d’informazione (“Se non mi ammazzano prima”), propone classici temi derivati dalle guerre culturali dell’estrema destra americana, mixati con le campagne di panico morale e sociale scatenate dalle destre qui da noi. Ecco alcuni titoli: “La guerra civile in Italia è più vicina di quello che pensi”, con il catenaccio che recita “l’alleanza tra antagonisti, maranza, cattivi maestri e utili idioti dovrebbe preoccuparti”; “Gli influencer di Maometto”, o come “gli imam 2.0 spopolano sui social network sopratutto tra i giovani ed è boom di conversioni”; “La Spagna di Sanchez brucia Da modello di benessere agli scontri razziali, cosa succede davvero in Spagna?”.
Al momento il successo di Welcome To Favelas continua a essere legato alla pubblicazione di contenuti degli utenti, e la sua graduale trasformazione in un portale dell’alt right alla amatriciana non sembra funzionare benissimo, né essere comprensibile, ma senza dubbio il proliferare di contenuti di estrema destra è sempre meno mimetico (al momento l’unico post fissato in evidenza sulla pagina è dedicato a Charlie Kirk, dove si mostra il cartello brandizzato posto fuori l’ambasciata USA).
Ma è solo qualche giorno fa che il salto di qualità si è reso più visibile, con un video nel quale è lo stesso fondatore di Welcome To Favelas a intervistare nel contesto della Stazione Termini (presentata come summa dei mali dell’Europa dovuti all’invasione dei migranti), l’eurodeputato di Alternative für Deutschland Petr Bystron (a quello che si dice dalla sua pagina Wikipedia in inglese noto soprattutto per essere stato inquisito per sospetti fondi ricevuti dalla Russia). L’intervista con l’esponente dell’estrema destra tedesca (screen in apertura) è un concentrato di 15 minuti di banalità della propaganda dell’area a livello globale: il pericolo islamico, gli immigrati che fanno tanti figli, elogi sperticati per Viktor Orban, l’identità europea da difendere (con un confuso panegirico su Roma assediata dai musulmani?), le mura da innalzare ai confini e i soliti slogan contro Ilaria Salis. Ah ovviamente la soluzione a tutto è la remigrazione.
Così il format del degrado finisce al servizio della propaganda social di estrema destra. Che possa essere questa la via italiana all’alt-right? Nel corso dell’intervista Zossolo afferma che lui e AfD hanno un amico in comune: Elon Musk. I rapporti tra il secondo uomo più potente del mondo, i suoi emissari italiani e Welcome To Favelas non hanno ancora però nessuna evidenza, almeno da quello che risulta pubblicamente, mentre quelli di AfD ovviamente sono chiarissimi. Quello che possiamo dire con certezza è che Welcome To Favelas oggi è il migliore alleato dei media tradizionali reazionari, razzisti e perbenisti, da cui è sempre più indistinguibile nella forma oltre che nel contenuto.
https://sedestra.substack.com/p/e-ora-di-parlare-sul-serio-di-welcome
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